Rinvigorenti Naturali: 8 alimenti che ci rimettono in piedi. Salve a tutti,oggi parliamo di come lo

mercoledì 2 novembre 2016




 LA MODA nella STORIA

La parola moda è comparsa per la prima volta in Italia intorno alla metà del Seicento, come traduzione del termine francese mode.
Il termine fancese deriva a sua volta dal latino modus, che significa modo, maniera,, ma esprime anche il concetto di "giusta maniera", ovvero giusta in una determintao momento e contesto.

 
Gli studiosi hanno attribuito all'abbigliamento due funzioni principali: protezione e pudore.

Per quanto riguarda la prima funzione, la protezione offerta dagli abiti è quella contro il freddo e da questo deriva la convinzione che il bisogno di vestirsi è universale.

 
In realtà alcuni antropologi hanno dimostrato come il clima rigido non implichi la necessità di coprire il corpo, un esempio sono gli abiti molto ridotti utilizzati dagli aborigeni delle Terre del Fuoco o australiani. Dunque, da questa analisi è possibile verificare come il bisogno di vestirsi sia legato semplicemente a fattori di natura culturale, infatti ci si veste soprattutto per esprimere una precisa identità nel proprio contesto sociale.

 

Per quanto riguarda il pudore, ci si veste per non provare vergogna mostrando le parti intime del nostro corpo, non a caso il senso del pudore è considerato un elemento di differenziazione tra esseri umani e animali.

E non è neanche un caso che la Bibbia abbia fatto coincidere la nascita dell'esistenza umana con lo svilupparsi del sentimento di pudore al momento della cacciata da Paradiso terrestre.

Dunque, anche il pudore è strettamente legato a una specifica cultura e alla sua particolare morale religiosa.
(fonte: "Dalla corte alla strada")

La moda vera e proprio è comparsa a partire dalla fine del Medioevo, più o meno nel 1340, e ha coinvolto aree delle Fiandre, della Francia, dell'Inghilterra e dell'Italia.
In questo periodo furono introdotte importanti innovazioni nelle acconciature, nelle calzature e soprattutto nella foggia degli abiti, che portò alla differenziazione dell'abbigliamento maschile da quello femminile, prima invece simili.

Inoltre si passò dall'abbigliamento drappeggiato a quello aderente, grazie a cambiamenti nel taglio e all'adozione di allacciature fissate con i bottoni.

Sino alla fine del Medioevo, il modo di vestire era immutato, perchè la società era statica e il passato era un modello di riferimento per tutti i comportamenti.

Con la fine del Medioevo e lo sviluppo del Rinascimento, il mutamento è diventanto un valore socialmente ambito e la società ha iniziato ad orientarsi verso il futuro. L'individuo diventa consapevole di avere il potere di modificare le strutture sociali e di operare scelte personali nel campo dell'estetica.

Lo sviluppo della moda è reso possibile, quindi, dallo sviluppo in Occidente della cultura moderna e dei suoi principi democratici. Infatti tale cultura presenta due aspetti importanti per il manifestarsi della moda: l'idalizzazione del nuovo, del futuro e del mito del progresso sociale; la possibilità dell'individuo di svincolarsi dai legami sociali tradizionali e di sentirsi libero di esprimere le proprie scelte.
(fonti: "Civiltà della moda" di Belfanti e "Dalla corte alla strada" di Vanni e Codeluppi.)

La moda non è solo sarti,stilisti e sfilate. La moda è arte, la moda è cinema.
La moda è un settore senza confini. I creatori di moda trovano la loro ispirazione ovunque, nei musei, al cinema, passeggiando per strada, sfogliando un quotidiano.
Roberto Capucci è considerato da alcuni studiosi un neofuturista, in quanto i suoi abiti-sculture ricordano le scenografie e i costumi di Depero; ancora, Yves Saint-Laurent, tutti ricordiamo il famoso abito ispirato al gioco di linee orizzontali e verticali di Mondrian, stesse linee che hanno ispirato gli artisti neoplastici.Molti stilisti hanno collaborato con il cinema, tra questi le Sorelle Fontana. Mi viene in mente il famoso abito "pretino", voluto da Fellini nella "Dolce Vita" per l'attrice Anita Ekberg e da allora tutte le magliette a collo alto verranno definite "Dolce vita".
Dunque la moda non è fine a se stessa. La moda coinvolge ed è coinvolta da altri settori.
Come non ricordare la famosa "Hollywood sul Tevere", ovvero quel fenomeno che nel secondo dopoguerra portò a Roma i grandi del cinema americano e consacrò per sempre le nostre sartorie.
Questo sconfinare in campi diversi tra loro avveniva anche in passato. Nell'800 era noto lo stile impero, una tendenza che influenzò l'arte, l'architettura, l'arredamento e la moda.


Come dice la parola stessa, ero uno stile serio e imponente, diffusosi in Francia durante il periodo napoleonico e che riprendeva i simboli della Roma imperiale e dunque anche l'abbigliamento della Roma antica.
Tutto è moda e tutto fa moda, ma la moda senza le sue fonti di ispirazioni e i suoi canali di diffusione non esisterebbe, o, meglio, farebbe fatica ad esistere!
(Lauren V.)

 Nuovo Trend / per il Benessere.

Un Personal trainer a domicilio?è possibile però 10 cose da sapere prima di prenotarne uno

Aiuta a trovare gli obiettivi e a raggiungerli in minor tempo. Allenarsi a domicilio con un professionista del fitness è possibile ormai in tutta Italia. Ecco cosa chiedere, costi e benefici

 Allenarsi a casa propria quando si vuole, in modo mirato, seguiti da un professionista del fitness. Il personal trainer a domicilio è ormai un servizio disponibile in tutta Italia. Più costoso dell’iscrizione in palestra naturalmente, ma in grado di assicurare i risultati desiderati nei tempi voluti. Un servizio indicato per tutti, per alcuni come i più pigri o per chi ha poco tempo a disposizione, ancora di più. L’importante è scegliere un professionista del settore e soprattutto, prima di cominciare, farsi rilasciare dal proprio medico, un certificato di idoneità all’attività sportiva con riportate eventuali patologie. Nessun personal trainer “serio” infatti programmerà qualsiasi tipo di lavoro fisico con un cliente prima di essersi assicurato del suo  stato di salute.
Per saperne di più abbiamo intervistato Adriano Borelli, presidente di Issa Europe (International Sport Sciences Association), il marchio più conosciuto al mondo per la certificazione di Personal Trainer che ha oltre 12mila professionisti riuniti in un apposito registro dopo aver seguito corsi e specializzazioni ad hoc.


Alla ricerca della “perfezione”. Il personal trainer è consigliato sia ai “principianti” che agli “esperti”. Per chi è a digiuno di fitness essere impostati nel modo giusto è molto importante. Per chi ha già anni di preparazione fisica alle spalle o è un praticante regolare di sport invece, il personal trainer può correggere le piccole-grandi imperfezioni e quindi aiutare a fare la differenza e progredire.

Stop alla pigrizia e largo alla motivazione. Chi, caratterialmente, tende a rimandare qualsiasi tipo di impegno o azione oppure a demotivarsi con estrema facilità può trovare nel personal trainer lo stimolo ad agire subito e anche lo stimoli a proseguire quando la voglia di allenarsi viene meno.

Risultati nel minor tempo possibile. Il personal trainer aiuta ad impostare uno stile di vita per assicurare benessere fisico nel tempo. Tra l’altro nel minor tempo possibile. Studiando un programma personalizzato con esercizi personalizzati, i risultati arrivano in fretta e molto prima. Già durante la prima sessione a domicilio viene definito e condiviso l’obiettivo da raggiungere come, per esempio, preparazione fisica ad uno sport specifico, recupero funzionale, dimagrimento, potenziamento, miglioramento della coordinazione, etc. E soprattutto vengono stabilite le tempistiche per ottenere ciò che si vuole in funzione dello stato di preparazione fisica di partenza, dell’impegno che vi si intende dedicare (e quindi anche del numero di lezioni) e dei progressi che si registreranno man mano.

Allenamento in sicurezza. Essere seguiti da uno specialità del settore permette di allenarsi ottenendo risultati in tutta sicurezza, senza quindi rischiare di farsi male come purtroppo accade spesso nel “fai da te”. Ci vuole davvero poco ad eseguire male un esercizio e quindi provocarsi qualche danno. A maggior ragione quando si ripete l’esercizio più e più volte. A maggior ragione quando si pensa che ripetere “fa solo bene”. Nell’allenamento la “qualità” conta molto più della quantità.

Il livello fisico di partenza. Prima di far cominciare qualsiasi programma di allenamento il personal trainer dovrà valutarelo stato di preparazione fisica e le potenzialità del cliente per mettere a punto obiettivi e tempistiche fattibili. Come? Eseguendo una serie di “esami” per valutare forza, potenza, elasticità ed misurando anche la composizione corporea (Bioimpedenziometria ndr). L’apparecchio, dotato di elettrodi, identifica, secondo un protocollo scientifico, la tipologia di massa muscolare e le diverse percentuali di acqua presenti nell’organismo.
 
Test periodici. Uno dei compiti del personal trainer è monitorare i progressi del cliente e modificare o meno, di conseguenza, l’impostazione dell’allenamento. In genere vengono consigliati almeno due incontri settimanali per un periodo di almeno tre mesi. I check valutativi vengono infatti realizzati ogni 45 giorni. In totale, dopo il check iniziare per valutare la forma fisica iniziale, ne segue uno a metà delle lezioni programmate e uno finale a raggiungimento dell’obiettivo

Fare la propria parte. Il personal trainer è un professionista, ma chi deve lav irare e seguire le sue indicazioni è chi lo ingaggia. Costanza e determinazione sono fondamentali per ottenere i risultati concordati. La presenza del personal trainer da sola non è sufficiente per far raggiungeregue gli obiettivi.

La stanza-palestra. Per allenarsi in casa occorrono alcuni attrezzi basilari. Quelli in genere consigliati sono: cyclette o tapis roulant, panca, tappetino, pedana instabile (tipo “Bosu”), corda, elastici, palla gonfiabile, lat-machine. È necessario quindi avere uno spazio dove collocarli mentre si fa lezione con il personal trainer.

Pasta o carne? Un personal trainer certificato e preparato a 360° è anche in grado di dare indicazioni alimentari in base al tipo di allenamento stabilito. In pratica il professionista può suggerire una “dieta” ideale da seguire in base agli obiettivi condivisi e concordati e alle cartatteristiche psico-fisiche del cliente. Il fai da te è sempre sconsigliato.

Investire in salute. Rivolgersi ad un persinal trainer è una specie di “investimento” su se stessi. Il costo orario di un personal trainer varia tra i 20 e gli 80 euro. Il prezzo è più basso al Sud che al Nord. La media, per esempio su Milano, è di circa 40 euro. In palestra. Se si richiede l’intervento a domicilio in genere il professionista raddoppia la tariffa poiché vengono calcolati anche i tempi di spostamento necessari a raggiungere il cliente.

 PREVENZIONE.

L'Importanza dellaVitamina D



La vitamina D è una sostanza piuttosto anomala. A differenza di altre vitamine, si comporta come se si trattasse di un ormone. Viene definita come un gruppo costituito da 5 pro-ormoni liposolubili, identificati nelle vitamine D1, D2, D3, D4 e D5. È necessario assumere determinati alimenti o integratori per assicurare il nostro fabbisogno quotidiano di vitamina D?

La questione è molto delicata. Quando pensiamo alla vitamina D, richiamiamo alla mente cibi come i latticini, le uova, l'olio di fegato di merluzzo, il salmone o altri pesci che contengono una forma alimentare di vitamina D, oppure integratori da dover assumere per far fronte ad una carenza. Non tutti sono a conoscenza di come sia sufficiente una regolare esposizione alla luce del sole, anche di circa 10 minuti al giorno, per permettere al nostro organismo la produzione della vitamina D necessaria al suo corretto funzionamento.


L'integrazione di vitamina D dovrebbe essere consigliata soltanto in caso di reali carenze, di partucolari condizioni di salute o momenti della vita, e di impossibilità ad un'esposizione regolare alla luce solare, un'eventualità che colpisce soprattutto gli abitanti dei Paesi nordici. È infatti nel momento in cui i raggi solari colpiscono la nostra pelle che il nostro corpo può iniziare a sintetizzare la vitamina D. La vitamina D che ricaviamo dall'esposizione alla luce solare viene trasformata dal nostro corpo in una forma di vitamina D superattiva utile nella prevenzione di numerose malattie.
L'argomento vitamina D in correlazione all'importanza dell'esposizione alla luce solare e agli aspetti correlati alla prevenzione viene approfondito all'interno di "The China Study", volume dedicato ad uno studio approfondito sull'impatto dell'alimentazione contemporanea in relazione alle malattie del benessere condotto da parte dell'esperto di fama internazionale T. Colin Campbell, e nel corso del documentario che porta il titolo di "A Delicate Balance", incentrato sul delicato equilibrio tra alimentazione e salute, disponibile per la visione online nella versione italiana.



In "The China Study" la vitamina D viene definita come una sostanza che non è necessario consumare, dunque assumere attraverso l'alimentazione. Un periodo di esposizione al sole pari a 15-20 minuti ogni due giorni permette infatti al nostro organismo di produrne la quantità necessaria. A partire da essa, il nostro organismo sintetizza una forma di vitamina D "superattiva", utile nella prevenzione di malattie come il cancro, l'osteoporosi, le patologie autoimmuni, e non solo.
La vitamina D superattiva, che ne rappresenta la forma più importante, non può essere ottenuta tramite l'alimentazione o l'assunzione di integratori. È il nostro organismo a svilupparla, quando si trova in condizioni di buona salute. Quali sono i fattori che possono ostacolare la produzione di vitamina D superattiva da parte del nostro organismo?
L'insufficiente esposizione al sole, innanzitutto, ma non solo. Campbell indica ulteriori aspetti che potrebbero lasciare stupiti molti. Si tratta dell'assunzione di alimenti che arrestano la produzione di vitamina D superattiva: latticini e cibi contenenti proteine animali. Le proteine animali, oltre che nel latte e nei formaggi, sono contenute in tutti i derivati del latte, nella carne, nel pesce e nelle uova. Questi alimenti, sebbene possano contenere una forma di vitamina D alimentare, impediscono la produzione da parte dell'organismo della vitamina D superattiva.


Che cosa accade quando i livelli di vitamina D superattiva nell'organismo sono costantemente bassi? Una simile situazione ci espone al rischio di numerose patologie, con particolare riferimento ai tumori. Se gli alimenti di origine animale, alcuni dei quali vengono comunemente considerati fonti di vitamina D a cui ricorrere, comportano un blocco della produzione della vitamina D nella forma più attiva da parte del nostro organismo, ne consegue che l'assunzione di tali cibi non risulta benefica per incrementare i livelli di vitamina D e che il metodo migliore per mantenersi in salute da tale punto di vista consiste nell'esposizione regolare alla luce solare.