Rinvigorenti Naturali: 8 alimenti che ci rimettono in piedi. Salve a tutti,oggi parliamo di come lo

lunedì 31 ottobre 2016

la Storia Breve di

Robin Sharma... per chi vuole essere ispirato nel raggiungere i propri obiettivi



Robin Sharma (Toronto, 1965) è uno scrittore canadese che si occupa di sviluppo personale e gestione della vita. Autore di numerosi bestseller, tradotti in 70 lingue, è tra gli scrittori più letti del mondo, con oltre 6 milioni di copie vendute. È stato riconosciuto come uno dei cinque migliori esperti di leadership al mondo da un sondaggio indipendente, fatto con 22.000 uomini d'affari, di leadershipgurus.net.

Biografia

Nato in Canada, ha due lauree, una di queste in diritto all'Università di Dalhousie, nel medesimo paese. Prima professore di diritto, poi avvocato, decide di abbandonare entrambe le carriere per studiare le tecniche che migliorano la vita e aiutano a gestire il lavoro e un team, così diventa un allenatore e esperto di leadership. Sulla materia scrive molti libri tradotti a livello internazionale come Il monaco che vendette la sua Ferrari.
Attualmente viaggia per molti paesi per promuovere il suo messaggio e i suoi insegnamenti.
È stato scelto dall'Università di Yale per formare il suo staff personale e da Unilever per far raggiungere ai suoi dipendenti massimi livelli di eccellenza nel lavoro. È stato relatore alla Business School a Harvard ed è amministratore delegato della "Sharma Leadership International", una società internazionale di consulenze.

Pensiero

I suoi libri e i suoi discorsi promuovono un messaggio chiaro : ogni persona deve essere sicura di sé stessa e delle proprie potenzialità, tutti sono in grado di dimostrare doti di leadership, indipendentemente dal proprio ruolo lavorativo e dai titoli di studio. Secondo lui ognuno può essere "leader senza titoli".
Per parlare al pubblico Sharma utilizza un linguaggio concreto, diretto e con idee semplici e pratiche, inoltre per spiegare determinati concetti si serve di esempi di vita quotidiana.
Sharma ritiene che il successo non sia riservato a poche persone, al contrario, deve essere alla portata di tutti e per ottenerlo bisogna lavorare duramente e costruirlo giorno dopo giorno su solide basi.
Secondo la sua filosofia di vita per avere dei risultati positivi in campo lavorativo e privato, è fondamentale fare un'analisi interiore e capire ciò che una persona desidera, riconoscere le qualità e distinguere i punti di forza e le debolezze. Inoltre è fondamentale migliorarsi sempre. Lo scopo degli insegnamenti di Sharma è aiutare le persone a essere più ottimiste e coraggiose, facendo loro capire che ognuno è padrone del proprio destino e che la vita può offrire ogni giorno molte opportunità. Le strategie da lui suggerite sono tuttora adottate da aziende che contribuiscono all’economia mondiale come Nike e Microsoft.

ma 50 anni e oltre fa,non si mangiava la frutta e la verdura lo stesso senza Pesticidi? 


Pesticidi, in Europa entro i limiti(quali sono i limiti?) ma in aumento... (ahi ahi)...

 

Il 97% dell'ortofrutta Ue rispetta i limiti di legge, ma i prodotti irregolari, soprattutto quelli in arrivo dai paese esterni all'Unione, sono in crescita rispetto all'ultima rilevazione Efsa

L'ortofrutta europea è sicura, ma la presenza dei pesticidi non diminuisce. Anzi. Come ogni anno Efsa (l'Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha analizzato migliaia di campioni di frutta e verdura (stavolta sono 83.000) forniti da 28 Paesi alla ricerca di tracce di pesticidi e fitofarmaci in generale. Come sempre lo studio fotografa la situazione di due anni prima: le analisi risalgono infatti al 2014, le più recenti a oggi.
  

L'esito dello studio, in generale, può rassicurare i consumatori: il 97% dei campioni analizzati rispetta i limiti stabiliti dalla Ue. In questa percentuale rientrano sia i campioni totalmente liberi da pesticidi (il 56,3%), sia quelli che qualche traccia, seppure entro i limiti, la contengono (43,4%). Solo l'1,6% dell'ortofrutta made in Ue contiene più residui del consentito, dato che sale al 6,5% per i prodotti arrivati da Paesi terzi.

Tutto a posto, quindi? Non proprio. I numeri del 2014 infatti sono peggiori rispetto a quelli del 2013.

Dalla penultima indagine sono diminuiti i campioni in regola (dal 99% al 97%); è aumentata l'ortofrutta Ue con troppe tracce di pesticidi per essere venduta (dall'1,4% all'1,6%) e soprattutto è aumentata quella irregolare proveniente da Paesi terzi. Se nel 2013 solo il 5,7% sforava il tetto fissato dalla Ue, nel 2014 il dato è aumentato di quasi un punto percentuale (6,5%).

Persino frutta e verdura biologica sono un po' meno sicure, anche se l'indagine Efsa conferma l'eccellenza del bio: solo l'1,2% dei campioni supera le soglie consentite (si tratta quasi sempre di rame) contro lo 0,8% dell'anno precedente.

Nel complesso, Efsa ritiene “improbabile” che il consumo di pesticidi possa mettere a rischio la nostra salute. Sia nel breve che nel lungo termine. Ma l'aumento, seppur lieve, dei campioni fuori soglia suona come un campanello d'allarme che l'autorità di settore sembra aver colto. Josè Tarazona, capo dell'unità pesticidi di Efsa, ha detto che adesso bisogna “lavorare per rendere più efficienti i programmi di controllo dei pesticidi”.

In effetti Efsa sembra avere le idee abbastanza chiare su come rendere ancora più sicuro il cibo consumato ogni giorno dai cittadini europei. Tra le proposte fatte dall'autorità alla Commissione Ue c'è quella di ampliare la lista dei prodotti da analizzare ai frutti di piccole dimensioni, le bacche, il tè e il miele.
In questi ultimi mesi infatti l'attenzione sul miele è molto alta: il 2016 sarà la peggior annata degli ultimi 35 anni in Italia e in diversi Paesi dell'Est europeo. Un disastro che ha diversi responsabili, tra i quali anche i pesticidi neonicotinoidi, che riducono la fertilità delle api di sesso maschile. Oltre a limitarne l'uso in modo ancora più severo, però, è importante anche capire quanti residui di queste sostanze finiscono nel miele destinato al consumo umano.

Un altro settore ancora trascurato, secondo Efsa, è quello dei mangimi destinati agli animali da macello. Se è vero la carne da allevamento è sottoposta a controlli molto rigidi, non si può dire altrettanto del cibo col quale questi animali vengono nutriti: soia, colza e orzo in primis.
 
Bisogna incentivare a coltivare senza pesticidi in modo totale!!... Si può!

 

 lo Sapevate che...

Le espressioni del viso non sono interpretate in modo universale come si credeva in tutto il mondo...



Rabbia, tristezza, disgusto, sorpresa... È una teoria diffusa che, nonostante le barriere linguistiche e le diversità di culture, le espressioni basilari del volto umano siano universalmente riconosciute e condivise. Quanto c'è di vero?

Un nuovo studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences sembra confutare questa teoria. Molte espressioni dal significato comune nel mondo occidentale - inclusa quella, per noi inconfondibile, della paura - assumono un valore completamente diverso presso una popolazione isolata della Papua Nuova Guinea.
Gli studi "classici". La teoria dell'universalità delle espressioni umane si basa soprattutto sui lavori dello psicologo statunitense Paul Ekman, che nei suoi esperimenti negli anni '60 mostrò una serie di foto di uomini e donne occidentali a culture isolate, incluse alcune della Papua, concludendo che le classiche conformazioni con le quali veicoliamo le emozioni, dalla rabbia alla felicità, dalla tristezza alla sorpresa, sono comprensibili da tutti e senza barriere.

Sul posto. Gli psicologi Carlos Crivelli e José-Miguel Fernández-Dols, dell'università autonoma di Madrid, hanno ripreso lo studio di Ekman applicando un metodo sperimentale più rigoroso e "immersivo". Crivelli e il collega antropologo Sergio Jarillo hanno trascorso diversi mesi nelle isole Trobriand, al largo della costa orientale della Papua Nuova Guinea, dove 12 mila persone vivono completamente isolate dal resto del mondo.

L'esperimento. Dopo aver imparato i rudimenti della lingua locale - e aver persino guadagnato un nome "indigeno" - hanno somministrato a 72 ragazzi del luogo dai 9 ai 15 anni di età una serie di foto di volti, chiedendo loro di collegare l'emozione manifestata a una di queste: felicità, tristezza, rabbia, paura, disgusto, fame.
Ma siete sicuri? I giovani hanno collegato quasi sempre il sorriso alla felicità, ma si sono dimostrati più incerti di fronte a facce accigliate, nasi arricciati e visi neutrali. Su un'espressione però si sono detti tutti d'accordo: quella con occhi e bocca spalancati, che le culture occidentali associano a paura e sottomissione. Per i ragazzi delle Trobriand, quella era inconfutabilmente "rabbia".

Da intimorito a intimorente. Quella conformazione del volto è associata, presso queste popolazioni, a un atteggiamento aggressivo e non spaventato. Fatto che è stato confermato in un esperimento successivo, quando il team ha chiesto ai volontari: "Con quali di queste persone inizieresti uno scontro"? E il volto della paura ha raccolto il maggior numero di voti.

 
Sfumature diverse. Per gli autori dello studio, questo significa che i volti elicitano (inducono) comunque una reazione fisiologica di base, ma che questa viene poi declinata in base alla cultura di appartenenza. Per cui un'espressione che evoca una risposta a una situazione di urgenza può essere interpretata come "motivata dalla paura" per gli occidentali, e "che fa paura" dagli abitanti delle Trobriand.


 
Le conseguenze. Se la teoria sarà confermata - per esempio, da studi che chiedano ai soggetti di riprodurre quelle emozioni con il proprio volto, o di riconoscerle dal vivo - la scoperta avrebbe importanti implicazioni nelle ricerche sui software di riconoscimento emotivo. E inviterebbe a ripensare a come il contesto in cui viviamo possa filtrare ciò che crediamo di vedere.
La storia di Halloween...


Halloween si festeggia anche nel vostro paese? Negli Stati Uniti e in Canada è una festa molto popolare che ricorre il 31 ottobre di ogni anno. Ad ogni modo le usanze di Halloween si ritrovano in molte parti del mondo. In certi luoghi si celebrano feste che, pur avendo un nome diverso, hanno lo stesso tema: il contatto con il mondo soprannaturale per mezzo di folletti, streghe, spiriti dei defunti, angeli demoniaci e persino il diavolo stesso. (Vedi il riquadro “ Feste simili a Halloween nel mondo”.)

 
FORSE voi non credete nell’esistenza di forze soprannaturali. Magari considerate Halloween e feste simili solo un’occasione per divertirvi e permettere ai vostri figli di dare libero sfogo all’immaginazione. Molti però ritengono che queste feste siano pericolose per i seguenti motivi:
  1. “Halloween”, spiega un’opera di consultazione, è una festa “intrinsecamente legata alla possibilità di entrare in contatto con gli spiriti, molti dei quali minacciano o terrorizzano” le persone (Encyclopedia of American Folklore). (Vedi il riquadro “ Halloween nella storia”.) Alla stessa stregua molte  celebrazioni simili a Halloween hanno origini pagane e affondano le radici nel culto degli antenati. Ancora oggi, in occasione di queste festività, persone di tutto il mondo cercano di comunicare con quelli che considerano gli spiriti dei morti.
  2. Anche se quella di Halloween è spesso vista come una festa americana, ogni anno sono sempre di più i paesi in cui attecchisce. Molti di coloro che si avvicinano a Halloween, però, non sono consapevoli dell’origine pagana dei simboli, degli addobbi e delle usanze di questa festa, che nella maggior parte dei casi hanno attinenza con esseri soprannaturali e forze occulte. (Vedi il riquadro “ Quali sono le origini?”)
  3. Migliaia di adepti della Wicca, che osservano antichi riti celtici, si riferiscono a Halloween ancora con il vecchio nome di Samhain e ritengono che sia la notte più sacra dell’anno. “I cristiani ‘non se ne rendono conto, ma celebrano la nostra festa insieme a noi. [...] E a noi fa piacere’”, ha scritto il quotidiano USA Today riportando le parole di un noto stregone.
Alla luce di quanto abbiamo detto, è giusto che sappiate delle oscure origini di Halloween e di altre feste simili. Capendo cosa c’è alla radice di queste celebrazioni potreste decidere di unirvi alle molte persone che si rifiutano di prendervi parte.