Rinvigorenti Naturali: 8 alimenti che ci rimettono in piedi. Salve a tutti,oggi parliamo di come lo

domenica 27 novembre 2016

Ottimista. . . tu lo sei?

L’ottimismo è il profumo della vita!

 

Coltivare l’ottimismo

 Coltivare l’ottimismo, a volte, è difficile nella nostra quotidianità. Specialmente se la nostra quotidianità è piena di problemi che si accumulano giorno dopo giorno, con orizzonti sempre meno raggiungibili. Se poi ci guardiamo attorno, scorgiamo il nostro paese alle prese con corruzione, malaffare, crisi economica, politici inefficienti, disoccupazione, inquinamento e molto altro ancora; in questo modo è facile cadere nel pessimismo cosmico. Le cose non migliorano se ci fermiamo a sentire le storie della gente. Ognuno ha la sua croce da portare. Viviamo in un epoca carica di sofferenze.

 Eppure, nonostante tutto, esistono delle persone che riescono a coltivare il lato positivo della vita a prescindere dalle difficoltà che incontrano. Naturalmente non stiamo parlando di quelli affetti dalla sindrome di Pollyanna, che inneggiano incoscientemente entusiasti alla felicità in ogni dove. Parliamo delle persone affette da un sano ottimismo.

 

Cos’è l’ottimismo

L’ottimismo lo possiamo pensare come un’energia interiore che una volta attivata contagia e colora il nostro modo di vedere la vita e di vivere i rapporti con le altre persone. Essere ottimisti non significa ignorare che esistano dei problemi, far finta che tutto andrà bene e che il pianeta è un paradiso senza eguali. No. Essere ottimisti significa riconoscere l’esistenza dei problemi e adoperarsi per trovare una soluzione, convinti che la si troverà. L’ottimismo è un atteggiamento realista e al tempo stesso possibilista. L’ottimista non si scoraggia alle prime avversità della vita, ma cerca un modo per superarle, di dare un senso, un significato sia alle avversità che alle sconfitte. Ed è proprio partendo dalle sconfitte che si può ripartire. Perché un insuccesso diviene bagaglio di esperienza, ricchezza, energia per una nuova ripartenza. Ecco perché l’atteggiamento ottimista è garanzia di successo in tutti i campi.

“Gianni, l’ottimismo è il profumo della vita!”

Recitava così qualche anno fa il poeta Tonino Guerra in un famoso spot. Il patron di quel famoso marchio era Oscar Farinetti, che una volta lasciatoselo alle spalle si è immerso nell’avventura Eataly avendo un grandissimo successo. Lui potrebbe essere considerato un buon esempio di ottimista e per esserlo basterebbe seguire le sue regole d’oro: 

  1. Guardare sempre dove gli altri sono migliori di me e cercare di imparare 
  2. Guardare dove si sbaglia per non ripetere più gli stessi errori
  3. Cercare di comportarmi bene (come mi ha insegnato mio padre)
  4. Lamentarmi per 5 minuti e per i restanti 55 pensare a come risolvere i problemi



 
Le persone ottimiste vivono una sorta di ottimismo inquieto, condito da realismo e aspettative sane, inserite in una visione dinamica e progettuale della vita, una visione al tempo stesso lucida e consapevole circa gli ostacoli da superare. Il vero ottimista è conscio di vivere in un mondo imperfetto, non ha l’attesa che prima o poi le cose finiscano sempre con il sistemarsi. L’ottimismo si basa sulla fiducia che nutriamo in noi stessi, sulla nostra capacità di percepire gli aspetti positivi degli avvenimenti. Ad esempio Thomas Edison per creare la prima lampadina ad incandescenza fece più di 10.000 esperimenti prima di riuscirci. E quando gli chiedevano dei suoi esperimenti falliti, lui rispondeva: “Non ho fallito, ho trovato 10.000 modi che non funzionavano


Le sconfitte anziché abbatterci e metterci fuori dai giochi e dalla partita con la vita, ci avvicinano alla meta. Un ottimista, quindi, è colui che crea opportunità dalle sue difficoltà.
In sintesi, l’essenza dell’ottimismo non è soltanto guardare al di là della situazione presente, ma è una forza vitale, la forza di sperare quando gli altri si rassegnano, la forza di tenere alta la testa quando sembra che tutto fallisca, la forza di sopportare gli insuccessi…


sabato 26 novembre 2016

Vitamina B12

Vitamina B12 (o vitamina dell'umore)
Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/nutrizione/vitamina-B12.html




Il termine vitamina B12 identifica un gruppo di sostanze organiche chimicamente affini, contenenti cobalto e per questo note come cobalamine. Le principali forme coenzimatiche sono la metilcobalamina, l'idrossicobalamina e la deossiadenosilcobalamina.

 La cianocobalamina, termine con cui si identifica comunemente la vitamina B12, è invece scarsamente presente nell'organismo; rappresenta tuttavia la forma più stabile, sotto cui viene commercializzata nei comuni farmaci ed integratori alimentari.

 Carenza e Fabbisogno
 I sintomi da carenza di vitamina B12 sono costituiti da un senso di stanchezza, dalla mancanza di respiro e dal battito cardiaco accelerato. Questi sono sintomi da vera e propria anemia, con dosi basse di ferro, che è causata dal fatto che i globuli rossi, se la vitamina non viene assunta, non sono prodotti nella quantità giusta. I bassi livelli di vitamina B12 possono causare anche l’anemia perniciosa, che è caratterizzata dall’assenza del cosiddetto fattore intrinseco intestinale e si manifesta con sintomi neurologici (perdita di memoria,scatti di Ira, stanchezza mentale...) e gastrointestinali. Altri sintomi specifici determinati dalla carenza di vitamina B12 sono il pallore, la perdita di peso, degli scompensi mestruali, l’indolenzimento della lingua, la diarrea e le scarse difese immunitarie.

 Le conseguenze più approfondite...
Le conseguenze da carenza di vitamina B12 si manifestano se la mancata assunzione di questa vitamina o la sua scarsa produzione si protraggono nel tempo. In questo caso ad essere colpito è soprattutto il sistema nervoso, con un quadro sintomatologico tipico: formicolio che interessa le estremità degli arti inferiori e superiori, stato confusionale, difficoltà a tenere l’equilibrio, accentuata emotività. Le conseguenze sono spesso gravi da affrontare, perché è possibile sviluppare dei problemi mentali, perdita di memoria e demenza, oltre che un indebolimento delle ossa


Fonti Alimentari

Le fonti di vitamina B12 sono essenzialmente di origine animale (fegato, latte e derivati, carne di manzo, uova); per questo motivo i rischi di carenza sono più concreti nei vegetariani. Una dieta di questo tipo seguita dalla madre in gravidanza può essere molto pericolosa per il nascituro.
Va detto, per contro, che la B12 è l'unica vitamina idrosolubile di cui esistano riserve importanti nell'organismo che, concentrate a livello epatico, riescono a coprirne il fabbisogno per lunghi periodi di tempo (fino a tre - cinque anni).

Esempio di alcuni alimenti che Contengono la vitamina B12 (µg/100 grammi)

Alimento Vitamina B12 Alimento Vitamina B12
       
Fegato di bovino 100,0 Uovo 2,5
Cozza 19,0 Mozzarella 2,1
Sardine 11,9 Emmenthal 2,0
Sgombro 8,0 Parmigiano 1,9
Tuorlo d'uovo 4,9 Gruyere 1,6
Salmone 4,0 Latte UHT 0,4

Deficit importanti di vitamina B12 sono invece comuni tra gli alcolisti, tra gli anziani e, se non fosse per farmaci specifici, nelle persone che hanno subìto l'asportazione dello stomaco. La mucosa gastrica secerne infatti una glicoproteina, detta fattore intrinseco, che risulta essenziale per l'assorbimento della vitamina B12. Legandosi ad essa, dà origine un complesso indigeribile che la veicola sino all'intestino tenue, dove viene assorbito dopo essersi legato ad un recettore specifico. In assenza di fattore intrinseco, la vitamina B12 viene quasi completamente eliminata con le feci.
Piccole quantità di B12 vengono sintetizzate anche dalla flora batterica intestinale.
La vitamina B12 contenuta nelle alghe è considerata scarsamente biodisponibile per l'organismo umano. Anche l'assunzione prolungata di alcuni farmaci, come gli antiacidi in genere, può provocare carenze di vitamina B12.


A cosa serve? Proprietà e benefici.

La funzione principale della vitamina B12 è di partecipare al processo di sintesi dei globuli rossi nel midollo osseo attraverso la regolazione della sintesi dell’emoglobina e la sintesi del DNA. Il suo ruolo principale è quindi quello di promuovere la crescita dei globuli rossi in formazione. La sua azione si esercita insieme all’acido folico, o vitamina B9, che ha il compito di trasportare il carbonio per la formazione dell’eme, il gruppo che caratterizza l’emoglobina.
Un’altra importante funzione che svolge la vitamina B12 è quella di agire sul metabolismo dell’omocisteina, un composto contenente zolfo che si forma dalla metionina. L’omocisteina va mantenuta nell’organismo entro certi livelli poiché in eccesso può provocare problemi a livello dei vasi rendendo facile la deposizione del colesterolo nelle arterie e quindi aumentare il rischio cardiovascolare.
La vitamina B12 risulta anche necessaria al metabolismo del sistema nervoso centrale in particolare alla costituzione dei manicotti di mielina che avvolgono i nervi.




Effetti sul sistema nervoso:

La B12 è utile per la salute del cervello contro la demenza senile. Sembra, infatti, che chi ha valori elevati di questa vitamina ha meno rischi di andare incontro a una diminuzione di volume del cervello, che causa, con l’età, problemi di memoria. Un beneficio sembra anche correlato all’insorgere dei sintomi di demenza senile . Un altro effetto sul sistema nervoso è a livello dei nervi, in quanto, partecipando alla formazione della guaina mielinica protettiva, la vitamina B12 ha un effetto protettivo sui nervi e sull’eventuale insorgenza di degenerazione.

 Effetti benefici sul cuore.
A livello cardiaco la vitamina B12 ha effetti positivi abbassando il tasso di omocisteina nel circolo sanguigno che potrebbe provocare problemi a livello cardiovascolare favorendo il deposito di colesterolo nelle arterie. Inoltre sembra che la vitamina B12 abbia anche un effetto benefico sui pazienti che hanno subito un’angioplastica a palloncino, riducendo le complicazioni legate all’intervento, anche se non risulta ancora ben chiaro il meccanismo.

Potenzia il sistema immunitario.

La vitamina B12 ha un effetto di potenziamento sul sistema immunitario, in particolare sui globuli bianchi natural killer, cellule del sistema immunitario molto efficaci nella distruzione di batteri, virus e cellule tumorali. Questo perché, stimolando la sintesi del DNA, stimola anche la produzione di queste cellule dell’immunità. Non è stato dimostrato se livelli bassi di vitamina B12 causano però problemi di immunità.

Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/nutrizione/vitamina-B12.html


Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/nutrizione/vitamina-B12.html


Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/nutrizione/vitamina-B12.html


Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/nutrizione/vitamina-B12.html

Non è mai troppo tardi per fare sport

Correre allunga la vita: il parere del medico per sgambate ad ogni età

 
Giuseppe Ottaviani agli European Masters Athletics Championships di Ancona ha corso i 200 metri all’età di cento anni meno qualche giorno, il video ha fatto velocemente il giro del mondo. Fino a quanti anni è possibile correre? Da cosa dipende una longevità atletica di questo tipo? Abbiamo provato a rispondere a queste domande, assieme al a dottoressa Gretel Thedy, medico chirurgo specialista in psicologia clinica, omeopatia, fitoterapia, alimentazione e salute, nonché medico sportivo del BergTeam di Bergeggi.
 
 Dottoressa Thedy, fino a che età si può correre?
“Non è possibile dare una risposta universalmente valida ad una domanda del genere. La storia atletica di ognuno di noi, e per atletica intendo anche i giochi all’aria aperta da bambini e le passeggiate da anziani, è così diversa che porta ogni sportivo ad avere una propria particolare struttura muscolare e anche articolare, ossea e persino del tessuto nervoso centrale e periferico”
 
 
La genetica incide?
“Dobbiamo tener anche presente che interviene in modo basilare e incisivo soprattutto la genetica: nel nostro DNA vi sono alleli deputati a segnare il ritmo della nostra vita e la reale età psicofisica di una persona quasi mai corrisponde alla sua età anagrafica. Sulla nostra reale età pesa inoltre quando, quanto a lungo e gravemente siamo stati ammalati, quali organi sono stati debilitati dalla malattia e, anche, quanto forti o lunghi siano stati gli stress esistenziali che abbiamo dovuto superare… Come ci siamo alimentati nel passato e se abbiamo vissuto periodi di malnutrizione o di superalimentazione ha un peso, così come la risposta del nostro corpo agli stati infiammatori, ai focolai infettivi, alle sostanze inquinanti e persino quanto a lungo siamo stati esposti ai raggi solari! Fino a che età continuare allora a correre? Finché ve la sentite e dopo… continuate a camminare!”
 
Da cosa dipende l’allungarsi dell’età agonistica negli sport?
“Questo effettivo allungamento del periodo in cui un atleta può essere competitivo non è uguale per tutti gli sport e per tutti gli atleti. Gli sport di endurance e resistenza permettono agli atleti di gareggiare più a lungo, anzi, pareva essere possibile un miglioramento della resistenza alla fatica muscolare con l’età. Ultimamente, però, anche i giovani, seguendo un corretto allenamento, emergono in queste gare. Negli sport di velocità e di forza, dove la potenza esplosiva della muscolatura giovane interviene, indubbiamente tutti gli atleti “segnano prima il passo”. Rispetto al passato, l’età “attiva” si è certamente allungata e questo dipende dalle attuali conoscenze in campo di medicina e scienza dello sport, ma soprattutto dall’alimentazione!”
Come è cambiata negli anni l’alimentazione?
 
“Fin dalla prima infanzia l’alimentazione si è arricchita di tutti i nutrienti necessari allo sviluppo e alla salute futura, grazie ad un aumentato apporto di frutta, verdura, vitamine e sali minerali, di olio extravergine, frutta secca e proteine nobili dei legumi, del pesce, delle carni bianche. Chi, poi, ha la possibilità di passare l’adolescenza praticando sport, con compagni di squadra o amici, più difficilmente incorrerà in fasi depressive o borderline e non cadrà in comportamenti alimentari come anoressia o bulimia o di addiction a droghe, esperienze che minano la salute presente e anche futura. Gli atleti adulti possono oggi curare al massimo la loro alimentazione con scelte di cibi biologici e prevalentemente di origine vegetale, con un corretto apporto proteico non solo nei giorni precedenti la gara, ma quotidiano. Informarsi presso un medico esperto in medicine complementari su quale sia la dieta personalizzata più indicata può concorrere non solo ad una miglior resa sportiva, ma anche a prevenire malattie o a curarle! Infine possiamo considerare che i nostri nonni o padri avevano un’alimentazione meno consapevole, ma anche lavori spesso più logoranti che portavano il fisico ad irrigidirsi e ad infiammarsi in modo cronico. Anche in questo ambito oggi vi è più protezione della salute”.
 
 
Praticare sport in giovane età può allungare gli anni di pratica sportiva?
“Sicuramente sì. La possibilità, in seguito alla maggior richiesta di rendimento, di avere un aumento del numero, oltre che del volume delle fibre muscolari, così come di altri tessuti del corpo, è  maggiore nei bambini rispetto agli adulti. Se un bambino pratica uno sport, quindi, ipertrofizza e aumenta il numero delle fibre muscolari che saranno sempre pronte a rispondere allo stimolo di quell’azione sportiva. Studi recenti hanno inoltre rivelato che se pratichiamo più di uno sport durante l’infanzia, avremo durante l’adolescenza e la gioventù muscoli più responsi ad un allenamento mirato, maggior elasticità legamentosa, maggior mobilità articolare, riflessi più pronti e anche la mente sarà allenata a gestire le forze, ad affrontare le difficoltà, a gioire del superamento di un ostacolo: minore sarà, perciò, la fatica percepita, maggiore sarà la nostra resilienza”.
 
Quindi, il running è un’attività logorante o allunga la vita?
“Come ogni sport, il running può essere logorante in quanto sport antigravitario, che comporta ripetitività del gesto sportivo e perciò dell’impatto col terreno, microtraumatismi ripetuti sui tessuti delle piccole articolazioni dei piedi, alle caviglie, al ginocchio, all’anca, alla colonna vertebrale, lungo le catene osteoarticolari e muscolari del corpo. L’allenamento alla corsa comporta altresì un miglioramento della capacità ventilatoria polmonare, della funzionalità cardiaca e circolatoria, dei riflessi nervosi, della stabilità ed elasticità articolare, della struttura ossea, dell’ossigenazione e del trofismo dei tessuti, dell’espulsione delle tossine, dei ritmi circadiani di secrezione ormonale.
 
Qual è il consiglio del medico…?
“Come ogni sport, il running andrà affrontato solo dopo un’accurata preparazione atletica, seguendo gli esercizi preparatori di tipo muscolare e propriocettivo, nonché gli esercizi di stretching e di allungamento, tenendo conto della necessità di periodi di recupero. È possibile controllare e migliorare l’appoggio del piede, avendo l’accortezza di scegliere calzature adatte, indossando eventualmente plantari che assorbano gli urti col terreno, e può essere consigliabile controllare l’appoggio statico e in movimento e la postura, per eventualmente intervenire con la rieducazione posturale o con una correzione dell’occlusione dentale o della convergenza visiva. Anche l’alimentazione andrà curata, non solo nei giorni prima di una gara, ma quotidianamente, anche se con modalità non rigide. In sintesi, il running può sicuramente aiutare a mantenere il corpo e la mente attivi e allenati a lungo, ma occorre prendersi cura di ogni eventuale fonte di infiammazione e traumatismo con attenzione”.

i Ristoranti che...


I ristoranti più assurdi del mondo: come mangiare sott’acqua o sospesi in aria...

 

 Avreste mai pensato di poter pranzare sospesi a 60 metri d’altezza, con vista panoramica a 360 gradi? Questa è solo una voce dell’elenco sui ristoranti più assurdi del mondo, sparsi in vari Stati del globo terrestre. Il ‘Dinner in the Sky’ di Bruxelles vi consentirà di assaporare il vostro pasto galleggiando in aria, in uno scenario che non ha eguali. Il ristorante in questione arriva a un massimo di 22 coperti, e prevede l’uso della cintura di sicurezza. L’esperienza è unica, ma non molto economica: un pasto viene a costare non meno di 800 euro. Il prezzo del mangiare in volo.

  • Dal cielo ai fondali oceanici, l’Hilton Maldives Resort & Spa ha aperto nel 2007 il primo ristorante subacqueo del pianeta. Situato cinque metri sotto il livello del mare, consente ai suoi ospiti di cenare circondati dalle creature che popolano l’Oceano Indiano, immersi nell’ecosistema della barriera corallina.
  • Il ‘ristorante dei robot’, come è stato definito, si trova in Cina e ha meritato tale appellativo in quanto gestito da una coppia che lavora incessantemente per 21 ore al giorno. In realtà, si è poi scoperto che le coppie alla guida dell’esercizio sono due, composte da due fratelli gemelli e due sorelle gemelle.
  • Nel ristorante thailandese ‘Cabbages and Condoms’ troverete profilattici ovunque e in qualunque forma o disegno: sui tappeti, sui muri, sui tavoli, e persino come copricapo dei camerieri.
  • Altro ristorante tematico è il ‘D.S. Music Restaurant’ di Taipei, tutto allestito in tema ospedaliero: le cameriere sono vestite da infermiere, ci sono stampelle e sedie a rotelle appoggiate ai muri e le bevande sono servite tramite sacche per trasfusioni.
  •  
  • Il Marton Theme Restaurant nella nazione di Taiwan prende invece i gabinetti come tema. Non solo l’arredamento e le decorazioni, ma anche i contenitori in cui viene servito il cibo richiamano tutti la forma dei comuni e ben noti apparecchi sanitari.
  • A Pechino esiste anche il ristorante più oscuro al mondo, in cui non esiste alcuna fonte di luce. Pareti e mobili sono completamente neri ed è proibito usare all’interno cellulari, torce o quant’altro. I camerieri sono muniti di occhiali a infrarossi per muoversi all’interno del locale.
  • Il New Lucky Restaurant si trova invece in India e ha la particolarità di essere stato costruito sopra un antico cimitero musulmano. In mezzo ai tavoli spuntano delle colorate bare che, anziché spaventare la clientela, hanno incrementato i profitti del locale.
  • Anche nel nostro Paese esiste un ristorante assolutamente bizzarro. Si tratta di quello costruito a Volterra all’interno della Fortezza Medicea. Sono centinaia i turisti che ogni giorno si recano a mangiare in questa prigione di stato di massima sicurezza, alloggiati in una cappella sconsacrata e circondati da guardie armate.
  • La palma del ristorante più assurdo di tutti, però, va forse al giapponese ‘Nyotaimori’, che letteralmente signifca ‘piatto a forma di corpo femminile’. Qui il sushi e il sashimi sono serviti in un involucro che ha proprio le fattezze di una donna e gli ospiti possono prendere il cibo solo ‘operando’ la poveretta. Il corpo in questione può essere sezionato in qualsiasi parte, prelevando ciò che si trova al suo interno. Come se ciò non fosse abbastanza raccapricciante, sappiate che i tagli provocano la fuoriscita di sangue e che gli organi sono tutti commestibili. Appetitoso, vero?

giovedì 24 novembre 2016

Coenzima Q10


 è presente in tutte le funzionalità Organiche. . .

Coenzima Q10
Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/integratori/coenzima-q10.html

 

Generalità

ll Coenzima Q10 - noto anche come ubiquinone - rappresenta un elemento fondamentale per il corretto funzionamento del mitocondrio, un organello intracellulare che funge da centrale energetica.
Favorendo la produzione di ATP in presenza di ossigeno, il Coenzima Q10 è essenziale per mantenere una buona efficienza fisica; non è quindi un caso che esso si ritrovi in ogni cellula dell'organismo (si dice che ha distribuzione ubiquitiaria), da cui il termine ubiquinone (o vitamina Q).

Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/integratori/coenzima-q10.html

La concentrazione di Coenzima Q10 tende a diminuire con l'invecchiamento; bassi livelli si registrano anche in presenza di particolari malattie croniche, come quelle derivanti da problemi cardiaci, morbo di Parkinson, distrofia muscolare, diabete, cancro, AIDS e terapia con statine.
Da qui nascono le diverse applicazioni cliniche di questa molecola.

Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/integratori/coenzima-q10.html

Indicazioni

Perché si usa il Coenzima Q10? A cosa serve?

Il Coenzima Q10 ha assunto negli ultimi anni un ruolo importantissimo nel mondo dell'integrazione nutrizionale, soprattutto in ambito antiaging.
Il potentissimo ruolo antiossidante del Coenzima Q10, efficace nel controllare la perossidazione dei lipidi di membrana e delle aterogene particelle di colesterolo LDL, sembra essere il fulcro principale su cui insiste il suo uso clinico.
In virtù di tale attività, il Coenzima Q10 è utilizzato con successo:
Recenti lavori attribuirebbero al Coenzima Q10 anche un'azione mioprotettiva nei confronti dello stress ossidativo elicitato dall'esercizio fisico intenso.

Proprietà ed Efficacia

Quali benefici ha dimostrato il Coenzima Q10 nel corso degli studi?

Negli ultimi 20 anni la mole di lavori riguardante l'efficacia clinica del Coenzima Q10 è cresciuta enormemente, descrivendone potenzialità e limiti.

 

Coenzima Q10 e cuore

A livello cardiaco - dove si consumano principalmente grassi a scopo energetico e sono per questo necessari mitocondri numerosi e di grosse dimensioni - il Coenzima Q10 è particolarmente concentrato.
Da qui l'ipotesi che l'integrazione alimentare di ubiquinone possa in qualche modo risultare utile in presenza di cardiopatia ischemica.
In queste condizioni, maggiori livelli di Q10 potrebbero migliorare l'efficienza della catena di trasporto degli elettroni, aumentando l'energia disponibile per l'attività cardiaca ed alleviando i sintomi della malattia.
In effetti, esistono delle evidenze scientifiche che confermano tale ipotesi e, anche se vi sono studi dai risultati contradditori, il medico potrebbe consigliare un'integrazione di Q10 in appoggio alla terapia tradizionale.
Meglio caratterizzati sono invece gli effetti antipertensivi del Coenzima Q10, rivelatisi particolarmente preziosi in oltre 12 trial clinici pubblicati in letteratura

Coenzima Q10 e sistema nervoso

Il danno ossidativo sembra costituire uno dei principali protagonisti delle patologie neurodegenerative.
L'azione lesiva dei radicali liberi dell'ossigeno sulle strutture nervose rappresenta un meccanismo patogenico tipico di malattie come il Parkinson e la distrofia muscolare.

Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/integratori/coenzima-q10.html

 

 Da primi studi sperimentali, l'opportuna integrazione con Coenzima Q10 potrebbe bloccare i meccanismi biologici coinvolti nello sviluppo e nella progressione della patologia, offrendo uno strumento di intervento e prevenzione complementare alle classiche terapie farmacologiche.
Ulteriori trial clinici potranno chiarire la reale efficacia di queste prime intuizioni.
Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/integratori/coenzima-q10.html

 

Coenzima Q10 e sport

Recenti lavori avrebbero attribuito al Coenzima Q10 un ruolo prezioso nel miglioramento della performance atletica.
La riduzione della sensazione di fatica, una riduzione del rischio di infortuni ed un marcato calo delle concentrazioni ematiche di marcatori del danno ossidativo, costituirebbero i principali meccanismi d'azione del Coenzima Q10 in ambito sportivo.

Dosi e Modo d'uso

Come usare il Coenzima Q10

Il Coenzima Q10 viene normalmente utilizzato a dosaggi compresi tra i 30 ed i 100 mg al giorno, anche se talvolta vengono consigliati quantitativi più generosi, fino ai 300 mg/die.
Dal momento che stiamo parlando di un elemento altamente idrofobico, che sfrutta la sua liposolubilità per trasportare elettroni nella membrana interna dei mitocondri, il Coenzima Q10 viene assorbito in maniera più efficace se assunto insieme ad un pasto ricco di lipidi.
Se ne consiglia pertanto l'assunzione durante i pasti.

Effetti Collaterali

L'uso di Coenzima Q10, soprattutto a dosi superiori i 200 mg giornalieri, è stato associato alla comparsa di dolore epigastrico, nausea e diarrea.

Controindicazioni

Quando non dev'essere usato il Coenzima Q10?

L'uso del Coenzima Q10 è controindicato in caso di ipersensibilità al principio attivo.

 Interazioni Farmacologiche

Quali farmaci o alimenti possono modificare l'effetto del Coenzima Q10?

In letteratura sono riportate interazioni farmacologiche degne di nota tra Coenzima Q10 e:
Si ricorda infine l'utilità della supplementazione con Coenzima Q10 durante terapie ipolipemizzanti con statine, alle quali si associa classicamente una carenza di tale nutriente.

Precauzioni per l'uso

Cosa serve sapere prima di prendere il Coenzima Q10?

L'assunzione di Coenzima Q10 dovrebbe essere evitata, data l'assenza di studi a riguardo, durante la gravidanza e nel successivo periodo di allattamento al seno.
Alcuni report clinici descrivono un potenziale effetto ipoglicemizzante del Coenzima Q10, tale da richiedere supervisione medica in pazienti affetti da diabete e contestualmente soggetti a terapia farmacologica.

Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/integratori/coenzima-q10.html

Suora Iron-Woman

 0 Menate. . .



Suora e Ironman: la storia di Madonna Buder




Nel 1985 ha completato il primo Ironman, alle Hawaii, e 27 anni più tardi ha stabilito un record per la categoria 80-84 anni: l'incredibile storia della Sorella americana che corre ancora oggi.



 MILANO - Il film “Unlimited Youth” è l'ultimo capitolo della campagna Nike “Unlimited” che include i film “Unlimited Courage” e “Unlimited You”, una serie di corti su atleti che sono stati pubblicizzati nel mese di agosto. Un modo per celebrare anche gli atleti… di tutti i giorni, quelli che cercano sempre di superare i loro limiti e che, anche nel corso di questa estate, proveranno a dimostrare il loro… potenziale illimitato. “Unlimited Youth” celebra un’atleta straordinaria, Suor Madonna Buder, e la sua determinazione a sfidare le concezioni convenzionali.

 
LA STORIA - Quando sorella Buder aveva bisogno di un po' di grinta in più per completare il suo primo triathlon Ironman, il Campionato del Mondo nelle Hawaii, ha pensato al divino canalizzando le sue energie in una direzione precisa. “Ho pensato alla linea del traguardo come l'ingresso verso il Paradiso, nella Pearly Gates - ha ricordato - e questo mi ha spinto fin lì”. Suor Buder ha completato il Campionato del Mondo nelle Hawaii nel 1985, all'età di 55 anni e poi a 82 è diventata la donna più anziana di finire un triathlon Ironman. Ha anche battuto il record per il miglior tempo finale (16 ore e 32 minuti) per la categoria 80-84 anni. Oggi, a 86 anni, ha completato oltre 45 gare Iroman, ciascuna composta da una nuotata 2,4 miglia, 112 miglia in bicicletta e una corsa da 26,2 miglia.



 La sua volontà d'acciaio le ha fatto guadagnato il soprannome di “Suora di ferro”. Per lei però non è stato tutto facile perché ha avuto infortuni come rotture di ossa e per pochi secondi una volta non è riuscita ad arrivare al traguardo. “L’unico fallimento è non provare perché lo sforzo per arrivare a un traguardo è di per sé un successo” ha aggiunto. Suor Buder ha iniziato a fare sport 7 anni prima della sua corsa alle Hawaii, nel 1978 quando ha partecipato a un seminario sulla costa in Oregon sotto la guida di un sacerdote che gli aveva consigliato questa pratica per armonizzare mente, corpo e anima. La Sorella ha “abbracciato” questo credo… all'estremo e poi ha scoperto il triathlon. La sua resistenza fisica lei la attribuisce alla capacità di ascoltare il suo corpo e al mantenimento di una mentalità positiva. “Portate il vostro atteggiamento sempre con voi: puoi avere successo o autodistruggerti. Se si pensa positivo si può anche trasformare una cosa negativa in positiva”. E’ grazie a tutta questa esperienza che può dare consigli a chi si avvicina al mondo dello sport, soprattutto ai giovani atleti: “La maratona si fa un passo alla volta”.

mercoledì 23 novembre 2016

Vitamina C


Le Virtù e le Scoperte fatte con la VITAMINA C

Già nel XVI secolo era noto che lo scorbuto si preveniva e si curava somministrando estratti di aghi di pino, di verdure o di limone, ma solo nel 1912 Funk ipotizzo la presenza nelle piante verdi di una sostanza idrosolubile ad azione antiscorbutica, nel 1921 tale sostanza fu isolata e denominata vitamina C.

Vitamina C è il termine utilizzato per indicare il sistema redox acido ascorbico acido deiroascobico, un sistema ossidoriduttivo reversibile a forte azione antiossidante.
L'acido ascorbico è la forma enolica del 3-cheto-L-gulofuranolattone.
La vitamina C viene sintetizzata dalle piante e da molti animali (anfibi, rettili, alcuni uccelli e Mammiferi) a partire dal glucosio.
Tra  i Mammiferi solo l'uomo, altri primati e la cavia non sono in grado di sintetizzarla per carenza della L-gulono-g-lattone ossidasi



Assorbimento e trasporto

La vitamina C viene assorbita nella parte prossimale dell'intestino tenue per trasporto facilitato Na+dipendente, l'assorbimento diminuisce nella vecchiaia, nei casi di acloridria e di infezioni intestinali.
Il grado di assorbimento per dosi  dietetiche è elevato 70÷90%, ma declina per dosi superiori ad 1 g; l'aspirina ne inibisce l'assorbimento.
La vitamina C viene trasportata nel plasma dall'albumina sotto forma di acido ascorbico, che entra nelle cellule come acido deidroascorbico (l'insulina favorisce il passaggio e il glucosio lo inibisce).
Una volta entrato l'acido deidroascorbico viene ridotto ad acido ascorbico che si concentra prevalentemente nel citoplasma dove svolge la funzione di antiossidante.


Deposito ed eliminazione

A differenza delle altre vitamine la vitamina C viene accumulata nell'organismo umano soprattutto nel fegato e nelle ghiandole surrenali, ciò spiega perché i sintomi da carenza compaiano solo dopo 4 mesi.
Il pool di vitamina C nell'organismo umano e di circa 1,5÷5 g.
Il catabolismo dell'acido deidroascorbico avviene per idrolisi dell'anello con formazione di acido 2,3-dicheto-L-gulonico, che può essere decarbossilato a CO2 e composti a 5 atomi di carbonio (xilosio, ac. xilonico) o ossidato ad acido ossalico e composti a 4 atomi di carbonio (ac. treonico).
L'acido ascorbico viene eliminato principalmente con le urine; viene riassorbito, in parte, nei tubuli renali per trasporto attivo Na+ dipendente, che insieme all'assorbimento intestinale rappresenta un meccanismo di regolazione omeostatica.

Funzioni della vitamina C nell'organismo

La vitamina C è necessaria per numerosi processi di idrossilazione catalizzati da alcune ossigenasi.
La vitamina C svolge  importanti funzioni quali:

  • la biosintesi del collagene: dove interviene nella conversione della prolina in idrossiprolina e della lisina in idrossilisina ad opera della prolina idrossilasi e della lisina idrossilasi che richiedono Fe++ (la vitamina C mantiene il ferro in forma ridotta);
  • la sintesi della noradrenalina (neurotrasmettitore) a partire dalla dopamina e, con ogni probabilità del triptofano in serotonina;
  • la sintesi della carnitina, essenziale per il trasferimento di acili (acidi grassi) nei mitocondri;
  • Il catabolismo della tirosina ad acidi fumarico e acetacetico attraverso la formazione dell'acido omogentisinico;
  • l'amidazione dell'estremità carbossiterminale di peptidi ormonali quali la vasopressina, l'ossitocina, la colecistochinina, l'ormone adrenocorticotropo (ACTH) e l'ormone rilasciante la tireotropina;
  • la biosintesi degli acidi biliari, infatti nelle cavie sottoposte ad una dieta carente di vitamina la sintesi risulta ridotta; la vitamina C sembra stimolare la reduttasi del citocromo P450, responsabile dell'idrossilazione in posizione 7-a del colesterolo, necessaria per la sintesi dell'acido colico;
  • l'attivazione dell'acido folico   in acido tetraidrofolico (FH4), forma biologicamente attiva;
  • la regolazione dei livelli endogeni di istamina, inibendone  il rilascio e favorendone la degradazione (la vit. C si utilizza a scopo terapeutico per prevenire lo shock anafilattico, la pre-eclampsia e la prematurità nelle complicanze della gravidanza); 
  • la biosintesi degli ormoni steroidei della corteccia surrenale (per idrossilazione); infatti, quando aumenta il bisogno ormonale nella corteccia si verifica una deplezione sia di colesterolo che di vitamina C;
  • l'assorbimento intestinale del ferro (riducendo il Fe ferrico a ferroso e favorendo la formazione di chelati stabili in grado di mantenere il Fe solubile in ambiente alcalino), il suo trasferimento dalla transferrina plasmatica alla fereritina tissutale e l'aumentata disponibilità intracellulare favorendo  il legame ferro-ferritina e aumentando la stabilità del complesso stesso;
  • la riduzione dell'efficienza  dell'assorbimento intestinale del rame, poiché la forma ossidata è più assorbita di quella ridotta (a dosi elevate di vitamina);
  • ridurre la tossicità di alcuni minerali (Ni, Pb, V, Cd, Se), che in forma ridotta vengono assorbiti più difficilmente o escreti più velocemente;
  • favorire l'utilizzazione del selenio a dosi fisiologiche, aumentandone la biodisponibilità di alcune sue forme organiche e inorganiche;
  • un'azione preventiva nella cancerogenesi da nitrosamine, inibendo la loro sintesi, che avviene a livello intestinale, per reazione dei nitriti con i gruppi aminici;
  • la riduzione degli ioni superossidi, dei radicali idrossilici, dell'acido ipocloroso e altri potenti ossidanti, proteggendo la struttura del DNA delle proteine e delle membrane dai danni che tali ossidanti potrebbero provocare;
  • la costituzione, insieme alla vitamina E, di un sistema di protezione contro il danno ossidativo provocato dai radicali liberi: i PUFA sono protetti dai tocoferoli, che in seguito a irradiazione formano radicali fenossilici, i tocotrienossilici, per essere poi rigenerati a spese della vitamina C che forma un radicale ascorbilico;
  • la funzione immunitaria, infatti si è osservato sperimentalmente che la vitamina C è in grado di:
    • stimolare la produzione di interferoni, che proteggono le cellule dagli attacchi virali,
      stimolare la proliferazione dei neutrofili,
    • proteggere le proteine dall'inattivazione da parte dei radicali liberi prodotti durante i processi ossidativi che si verificano nei neutrofili,
    • stimolare la sintesi del fattore timico umorale e degli anticorpi delle classi IgG e IgM.

    Vitamina C, una storia di "fragilità"

    • Aria, luce, temperatura sono in grado di impoverire il prodotto alimentare del suo contenuto in vitamina C;
    • i fagiolini freschi sacrificano 1/3 della loro vitamina C appena dopo il primo giorno;
    • nei piselli il livello di vitamina C diminuisce, a temperatura ambiente, del 10% ogni giorno;
    • negli spinaci freschi, conservati  per 7 giorni, a 4°C, rimane solo il 20% della dote totale in vitamina C;
    • gli spinaci surgelati trattengono l'80% del patrimonio di  vitamina C anche a 3 mesi di conservazione;
    • il lavaggio prolungato di verdure e ortaggi, la cottura, un successivo riscaldamento riducono drasticamente la presenza della vitamina C;

     

    Carenza di vitamina C

    La carenza di vitamina C, nell'adulto, compare dopo 45÷80 giorni, in considerazione dei depositi relativamente consistenti e determina lo scorbuto.
    La sintomatologia iniziale è aspecifica, compaiano infatti stanchezza, affaticamento, inappetenza, dolori muscolari e aumentata sensibilità alle infezioni.
    A cui segue una sintomatologia specifica a carico dei tessuti di sostegno (ossa, cartilagine, tessuto connettivo) e delle gengive.
    Si manifestano emorragie petecchiali a livello cutaneo, specialmente degli arti, contemporaneamente le gengive si tumefanno, diventano dolenti e spugnose, con comparsa di tipiche emorragie, che possono sfociare in fenomeni ulcerativi e necrotici, con espulsione dei denti.
    Si riscontrano inoltre epistassi, ematuria, emorragie muscolari e sottopriostee.
    Si tratta di emorragie multiple a vaso integro, si verifica quindi fuoriuscita di sangue dai vasi per diapedesi.
    Lo scorbuto è caratterizzato da un difetto di formazione del collagene con conseguente indebolimento delle strutture collageniche nelle ossa, cartilagini, denti e tessuti connettivi, con emorragie sottoperiostee; questi fenomeni a lungo andare possono provocare anche degenerazione del tessuto osseo.
    Nei bambini, di età compresa tra i 6 e i 18 mesi, in genere, alimentati artificialmente si può verificare una  carenza di vitamina C denominata  scorbuto infantile o morbo di Moeller-Barlow. Tale sindrome, in fase iniziale, è caratterizzata da irritabilità, inappetenza, emorragie gengivali, cutanee e subperiostee delle ossa lunghe.
    In una fase successiva compaiano alterazioni del tessuto cartilagineo, specialmente a livello delle giunture condro-costali (rosario scorbutico o pseudo rachitico), ematomi sottoperiostei  più evidenti, soprattutto in corrispondenza delle epifisi femorali e tibiali, più raramente omerali, con forti dolori e, non raramente, con anemia e febbre.
    L'esame radiologico rivela arresto della osteogenesi delle ossa lunghe, reperto che facilita la diagnosi.

    Eccesso di vitamina C

    L'apporto do vitamina C a dosi elevate (fino a 10 g/die) sembra sufficientemente sicuro, anche se a dosi superiori, non mancano effetti indesiderati, riportati in letteratura, quali:

    Alimenti apportatori di vitamina C e fabbisogno quotidano( premessa possibilmente Biologici o a coltivazione in bio-dinamica)

    La vitamina C è ampiamente distribuita in natura, tuttavia può variare in funzione della specie, del grado di maturazione e delle condizioni di conservazione e trattamento prima del consumo.
    Gli alimenti più ricchi di vitamina C sono: alcuni frutti freschi (quelli aciduli, agrumi, ananas, kiwi, fragole, ciliegie ecc.), alcune verdure fresche (lattuga, radicchi, spinaci, broccoletti ecc.), alcuni ortaggi freschi (broccoli, cavoli, cavolfiiori, pomodori, peperoni), tuberi (patate soprattutto se novelle).


     

    Alimento

    Vitamina C [mg/100g]

    Uva, succo 340
    Peperoncini, piccanti 229
    Ribes 200
    Peperoni, rossi e gialli 166
    Prezzemolo 162
    Peperoni, crudi 151
    Peperoni, verdi 127




    Broccoletti di rapa, crudi 110
    Rughetta o rucola 110
    Broccoletti di rapa, bolliti 86
    Kiwi 85
    Cavoli di Bruxelles, crudi 81
    Foglie di rapa 81
    Cavolo broccolo verde ramoso, crudo 77
    Cavolfiore, crudo 59
    Lattuga da taglio 59
    Broccolo a testa, crudo 54
    Spinaci, crudi 54
    Clementine 54
    Fragole 54
    Broccolo a testa, bollito 53
    Cavoli di Bruxelles, bolliti 52
    Cavolo cappuccio rosso 52
    Tarassaco o dente di leone 52
    Arance 50
    Limoni 50
    Cavolo cappuccio verde, crudo 47
    Radicchio verde 46


    Arance, succo 44
    Pomodori, conserva 43
    Anona 43
    Limoni, succo 43                  

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