Leggere ogni giorno...
3 validi motivi
Chi è abituato a leggere non ha bisogno di motivazioni particolari, di stimoli, di consigli per aprire un libro e leggerlo. Chi legge lo fa per diversi motivi:
- puro intrattenimento: leggere un libro è divertimento a costi ridotti
- arricchimento del vocabolario: leggere ti fa conoscere nuove parole e nuovi modi per combinarle
- miglioramento della scrittura: chi scrive deve leggere, lo sappiamo tutti

#1 – Leggere riduce lo stress
Perdersi in un libro è il massimo rilassamento. David LewisSecondo gli studi del Mindlab International dellʼUniversità del Sussex leggere può ridurre lo stress di oltre due terzi. Secondo il dottor David Lewis, un neuropsicologo cognitivo, leggere può addirittura abbassare lo stress del 68%.
Concentrarsi nella lettura di un libro allenta la tensione sia nei muscoli sia nel cuore. Per il dottor Lewis non importa il tipo di libro che leggiamo, la lettura ci allontana dalle preoccupazioni del momento, dalla frenesia del mondo odierno.
Sentiamo spesso dire “mi rilasso leggendo un bel libro”. La lettura ci fa entrare in un altro mondo, nel mondo immaginato dallʼautore. La lettura è sempre stata una fuga dalla realtà quotidiana, la classica evasione dalla monotonia cui siamo abituati.
Leggere un libro è un antistress che ho provato parecchie volte. Quando ero militare, al corso allievi ufficiali, avevo con me libri e fumetti: mi servivano per spezzare la tensione di quei giorni ultrafrenetici e mi permettevano di uscire da quel mondo di divise, ferro e polvere da sparo, anche se solo per qualche minuto.
Quando ho bisogno di ricaricare il cervello, prima di cena prendo i miei due libri in lettura e passo un paio di ore altrove. Lʼinverno, quando con la mia famiglia vado a raccogliere le olive, dopo una giornata di lavoro allʼaperto mi rilasso sul divano con un libro.
#2 – Leggere allevia la depressione
I libri sono più che opere dʼarte da ammirare. Alain De BottonÈ chiamata biblioterapia. Per pazienti affetti da lieve depressione era stato ideato dal NICE di Londra (National Institute for Health and Care Excellence) un programma di auto-aiuto, basato sulla terapia cognitivo-comportamentale.
La biblioterapia divenne così un investimento per il servizio sanitario, che collaborò con le biblioteche per fornire un servizio di libri su prescrizione. Dopo la Seconda Guerra Mondiale fu usata per sollevare il morale delle truppe durante la convalescenza.
Ricordo che parecchi anni fa ho usato la biblioterapia senza saperlo. Cʼerano stati momenti di depressione, non so più per quale motivo, e la lettura di un libro, Il magico regno di Landover di Terry Brooks, mi aveva fatto tornare il buon umore.
Quel libro, a pensarci ora dopo tanto tempo, non è un capolavoro, magari non è neanche uno dei migliori dellʼautore, ha qualcosa, però, forse nello stile usato, forse nella storia in sé, che mi ha fatto dimenticare tutto e evadere nel vero senso della parola.
In fondo la storia parla proprio di questo: di un uomo che ha ormai perso interesse per la propria vita e trova il modo per fuggire. Ho letto quel romanzo cinque volte.
#3 – Leggere migliora le capacità intellettive
Le storie formano le nostre vite e in alcuni casi aiutano a definire una persona. Gregory S. BernsDagli studi effettuati dai ricercatori dellʼUniversità Emory (Atlanta, Georgia), dopo aver fatto leggere a dei volontari il thriller Pompeii di Robert Harris, è stato riscontrato un aumento della connettività nella corteccia temporale sinistra del cervello, unʼarea associata alla ricettività del linguaggio, e nel solco centrale, zona sensomotoria del cervello.
Per i ricercatori è stato importante trovare un libro avvincente e con una forte linea narrativa – e un romanzo, anziché un racconto, perché una storia lunga ha permesso al cervello di avere stimoli ripetuti.
Secondo il dottor Berns, neuroscienziato, i cambiamenti neurali che hanno visto associati alle sensazioni fisiche e ai sistemi del movimento suggeriscono che leggere un romanzo ti può trasportare nel corpo del protagonista.
Ho trovato interessante il fenomeno della cognizione incarnata: quando si pensa o si vede uno sport, per esempio, si possono attivare i neuroni associati allʼatto fisico di quello sport. I ricercatori hanno scoperto che leggere un romanzo e immaginarsi nei panni del protagonista porta lʼimmaginazione a un processo simile alla visualizzazione della memoria muscolare nello sport.
È nata così la neuroscienza letteraria, un nuovo campo che sta studiando gli effetti della lettura nel nostro cervello.
Perché non leggere?
Sono scoperte che fanno pensare, ma che allo stesso tempo ci fanno chiedere: perché la gente continua a non leggere?![]() | ||||
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