LA MODA nella STORIA

Il termine fancese deriva a sua volta dal latino modus, che significa modo, maniera,, ma esprime anche il concetto di "giusta maniera", ovvero giusta in una determintao momento e contesto.
Gli studiosi hanno attribuito all'abbigliamento due funzioni principali:
protezione e pudore.
Per quanto riguarda la prima funzione, la protezione offerta dagli abiti è quella contro il freddo e da questo deriva la convinzione che il bisogno di vestirsi è universale.
Per quanto riguarda la prima funzione, la protezione offerta dagli abiti è quella contro il freddo e da questo deriva la convinzione che il bisogno di vestirsi è universale.


E non è neanche un caso che la Bibbia abbia fatto coincidere la nascita dell'esistenza umana con lo svilupparsi del sentimento di pudore al momento della cacciata da Paradiso terrestre.
Dunque, anche il pudore è strettamente legato a una specifica cultura e alla sua particolare morale religiosa.
(fonte: "Dalla corte alla strada")
La moda vera e proprio è comparsa a partire dalla fine del Medioevo, più o meno nel 1340, e ha coinvolto aree delle Fiandre, della Francia, dell'Inghilterra e dell'Italia.
In questo periodo furono introdotte importanti innovazioni nelle acconciature, nelle calzature e soprattutto nella foggia degli abiti, che portò alla differenziazione dell'abbigliamento maschile da quello femminile, prima invece simili.
Inoltre si passò dall'abbigliamento drappeggiato a quello aderente, grazie a cambiamenti nel taglio e all'adozione di allacciature fissate con i bottoni.
Sino alla fine del Medioevo, il modo di vestire era immutato, perchè la società era statica e il passato era un modello di riferimento per tutti i comportamenti.
Con la fine del Medioevo e lo sviluppo del Rinascimento, il mutamento è diventanto un valore socialmente ambito e la società ha iniziato ad orientarsi verso il futuro. L'individuo diventa consapevole di avere il potere di modificare le strutture sociali e di operare scelte personali nel campo dell'estetica.
Lo sviluppo della moda è reso possibile, quindi, dallo sviluppo in Occidente della cultura moderna e dei suoi principi democratici. Infatti tale cultura presenta due aspetti importanti per il manifestarsi della moda: l'idalizzazione del nuovo, del futuro e del mito del progresso sociale; la possibilità dell'individuo di svincolarsi dai legami sociali tradizionali e di sentirsi libero di esprimere le proprie scelte.
(fonti: "Civiltà della moda" di Belfanti e "Dalla corte alla strada" di Vanni e Codeluppi.)
La moda non è solo sarti,stilisti e sfilate. La moda è arte, la moda è cinema.
La moda è un settore senza confini. I creatori di moda trovano la loro ispirazione ovunque, nei musei, al cinema, passeggiando per strada, sfogliando un quotidiano.
Roberto Capucci è considerato da alcuni studiosi un neofuturista, in quanto i suoi abiti-sculture ricordano le scenografie e i costumi di Depero; ancora, Yves Saint-Laurent, tutti ricordiamo il famoso abito ispirato al gioco di linee orizzontali e verticali di Mondrian, stesse linee che hanno ispirato gli artisti neoplastici.Molti stilisti hanno collaborato


Come non ricordare la famosa "Hollywood sul Tevere", ovvero quel fenomeno che nel secondo dopoguerra portò a Roma i grandi del cinema americano e consacrò per sempre le nostre sartorie.
Questo sconfinare in campi diversi tra loro avveniva anche in passato. Nell'800 era noto lo stile impero, una tendenza che influenzò l'arte, l'architettura, l'arredamento e la moda.
Come dice la parola stessa, ero uno stile serio e imponente, diffusosi in Francia durante il periodo napoleonico e che riprendeva i simboli della Roma imperiale e dunque anche l'abbigliamento della Roma antica.
Tutto è moda e tutto fa moda, ma la moda senza le sue fonti di ispirazioni e i suoi canali di diffusione non esisterebbe, o, meglio, farebbe fatica ad esistere!
(Lauren V.)